| inviato da
Brucaliffo il 2/8/2007 alle 15:16 | |
| inviato da
il 14/9/2006 alle 15:50 | |
...and on a MUCH lighter note...
| inviato da
il 23/8/2006 alle 16:22 | |
Shahid è una parola araba che deriva dalla radice
shahada -che significa testimoniare, vedere di persona - e vuol dire martire, caduto, testimone di una causa. In Palestina molti ci tengono a chiamare le cose con il loro nome e rifiutano parole come kamikaze o terroristi suicidi.
Il loro non è un suicidio, non si tratta di persone amareggiate dalla vita che decidono di togliersi i giorni ma, al contrario, di persone che la vita l’hanno amata, l’hanno amata al punto da rinunciare alla propria andando incontro alla morte che è una morte in battaglia, è il disperato desiderio di contribuire alla lotta per la propria libertà, è l’unico modo per fare i conti con la dura condanna di essere dei sopravvissuti, magari gli unici sopravvissuti di un’intera famiglia o di un gruppo di amici, o magari sopravvissuti alla morte dell’amata/o. E’ il desiderio di vendicare le morti dei cari, è un tentativo di risposta alla domanda se è meglio morire in piedi o vivere una vita in ginocchio.
Si può discutere fino a domani se sia morale o meno uccidere dei civili, ci si può difendere dicendo che l’esercito israeliano fa molto peggio se si vanno a confrontare i numeri delle vittime, ci si può infine chiedere quale spazio rimanga per una discussione sulla morale nel mezzo di un conflitto, di una guerra, di una spirale di violenza di lunga data che non bussa alla porta prima di entrare né guarda in faccia nessuno.
Quello che è certo è che ogni
shahid non è un fanatico religioso né un pazzo psicopatico, la sua è la più umana delle reazioni. Nella sua rabbia lo specchio della disperazione cui è costretta la società palestinese giorno per giorno da questa dura occupazione.
E quale pesante responsabilità pesa sulle teste dei nostri giornalisti! Quale colpa! Ma si rendono conto di quello che stanno producendo in Europa proponendo deformate versioni della realtà!? Nelle loro penne lo
shahid diventa un integralista islamico, il suicidio sarebbe la retta via per il paradiso e la resistenza armata l’ultima versione della guerra di religione contro i crociati! E di pari passo in Europa, con orgoglio e ragione, i musulmani diventano trogloditi e gli arabi terroristi della peggiore specie!
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Questo non l'ha scritto un bambino palestinese cui hanno ucciso i genitori. Lo ha scritto un comunissimo ragazzo italiano che è andato a fare un campo internazionale di studenti. E quando uno se ne esce con tirate del genere, poco importa se è a favore degli assassini
palestinesi o di quelli israeliani (canadesi o uzbeki, per quel che mi riguarda). Chissà che anch'io non mi svegli una mattina e mi metta a fare l'eulogia, chessò, di Baruch Goldstein.
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il 23/8/2006 alle 16:16 | |