20 febbraio 2009
Karma Kosher in podcast, 2
E' Radio Popolare, che dal punto di vista di una milanese da una bella soddisfazione. Trovate il Podcast qui.
radio popolare
karma kosher
| inviato da Brucaliffo il 20/2/2009 alle 21:15 | |
6 febbraio 2009
Karma Kosher in Podcast
Oggi ho parlato su Radio Tre Mondo. Domanda: visto che la sinistra israeliana è morta, che votano gli ex "generazione Rabin"? La risposta potrebbe sorprendere. O forse no.
Qui qualche info sulle elezioni israeliane, sul libro. C'è pure il podcast
| inviato da Brucaliffo il 6/2/2009 alle 18:52 | |
30 gennaio 2009
Guerre, fricchettoni, esce il mio libro
 Giovani israeliani: soldati, pacifisti, fattoni e refusenik... il 4 febbraio esce in libreria la mia creatura Karma Kosher I giovani israeliani tra guerra, pace, politica e rock’n’ roll (Marsilio, 176 pp, 13 euro)
Per sapere di più del libro, guardate qui
http://annamomigliano.com/libro.php
Per la presentazione, cliccate guardate qui. 17 febbraio ore 18 Feltrinelli di Milano (quella di via Piemonte)
Ecco una breve recensione sull'Ansa:
(ANSA) - ROMA, 30 GEN - ANNA MOMIGLIANO: 'KARMA KOSHER' (MARSILIO; PP. 176) -
'Ha buah', in ebraico 'bolla': forse la migliore definizione
per una città come Tel Aviv, ma si può tranquillamente
applicare, per estensione, all'intera Israele. Perché, come la
città, è in realtà un paese in larga parte ignoto: nascosto
da decenni di guerra, intrappolato in un furore ideologico pro o
contro, nazione da molti considerata rifugio, luogo simbolo di
tre religioni, Israele è tutto tranne quello che uno ha in
testa prima di visitarlo. Basti pensare che l'età media di un
israeliano è trenta anni.
Anna Momigliano scandaglia benissimo una delle molte facce
dello stato ebraico: quel calderone fatto di droghe, musica new
age, filosofia pseudo-buddista e lunghi soggiorni in India, che
catalizza una buona parte della gioventù israeliana in fuga
dall'esercito (tre anni per gli uomini, due per le donne), dalla
guerra, dalla continua tensione. Solo nel paese asiatico si dice
ci siano circa 40 mila neoveterani, tanto che una delle spiagge
più acclamate di Goa (un tempo isola dei 'figli dei fiori') si
chiama Tel Aviv Beach e vi si svolgono rav party leggendari.
All'uscita dal loro Vietnam, i giovani israeliani partono (chi
per un mese, chi per un anno) per quello che è diventato una
sorta di rito collettivo: scrollarsi di dosso angoscia, paura,
morte, attentati.
Per estensione 'Karma kosher' è diventato anche l'universo dei
giovani israeliani: un mondo sospeso tra tradizione e
trasgressione, tra il desiderio di libertà e un fortissimo
attaccamento all'identità nazionale e non importa se si è
laici o religiosi (discorso a parte gli ultraortodossi).
C'é anche un'altra parola che rappresenta bene questo
fenomeno: 'balagan'. Un aggettivo/o sostantivo che indica tutto
ciò che è caotico e difficilmente migliorabile: o meglio, la
presa di atto di una situazione che nella sua "liquidita" non
cambierà. La si può usare per varie facce della realtà di
Israele, ma di fondo è una rassegnazione - ad occhi aperti - ad
un perenne stato di cambiamento e precarietà.
D'altronde Etgar Keret, uno scrittore molto attento alle onde
profonde della società, ha spesso detto: "se una bomba atomica
deve cadere da qualche parte in questo mondo, molto
probabilmente cadrà in Israele. E' un paese così piccolo,
appena un puntino sulla mappa, ma è anche il puntino più
probabile per un attacco atomico nel futuro".
Un sensazione di insicurezza che rende spesso l'esistenza
effimera e anche il futuro ancora più incerto. In Israele non
esiste una letteratura ebraica di fantascienza: Keret dice che
non è un tabù domandarsi che aspetto avrà Israele nel futuro.
Sia come sia Momigliano è molto brava nel percorrere i
saliscendi della psicologia collettiva israeliana e fa bene a
limitarsi - purtroppo - al presente: " perché - scrive lei
stessa - tra le guerre, gli attentati, la nevrosi collettiva e
le piccole assurdità quotidiane, non esiste al mondo un posto
vivo, disperatamente attaccato alla vita e alla gioia di vivere,
come Israele".(ANSA).
31 luglio 2007
Viaggi, bastardi, ricordi
Sono di ritorno da una vacanza tranquilla e molto romantica in riva al mare. Mi aspetta un agosto caldo di duro lavoro. Con me porto il ricordo di due libri.
 La Bastarda di Istanbul, di Elif Shafak (Rizzoli 2007). Una storia cruda e magica, tutta al femminile, che attraversa i secoli dal genocidio degli armeni alla Turchia dei reality show. E' davvero un libro che mi ha rapita. Ci troverete poche tirate buoniste, e molto humour.
 Autostop per l'Himalaya, di Vikram Seth (EDT 1992). Il viaggio di uno studente curioso e un po' imbranato dallo Xinjang (la regione musulmana della Cina occidentale, per intenderci) all'India. Passando per il Nepal e, soprattutto, il Tibet, tutto a bordo di camion sgarrupati. Al di là dei solite storie on the road, ormai trite e ritrite, Autostop per l'Himalaya non è un'epopea hippy, ma un viaggio sgangherato nella dimensione umana dell'Asia.
| inviato da Brucaliffo il 31/7/2007 alle 21:6 | |
24 aprile 2007
Intrecci
Londra immersa in una musica costante, dove uomini-serpente nuotano d’inverno e amori perduti ritornano senza suoni e senza voci. L’autostop per l’Hymalaia. Due vite, che si intrecciano e si aggrappano l’una all’altra dall’India dell’impero Britannico e l’Europa dell’orrore nazista. L’eccitazione della scoperta, il ripiegarsi su sé stessi, l’amore e, soprattutto, il senso di perdita. Tutto questo è Vikram Seth, uno dei grandi narratori di questo secolo.
Adesso sto leggendo:

| inviato da il 24/4/2007 alle 20:17 | |
3 maggio 2006
Spleen
E' una malinconia moribonda. La frustrazione di non avere a portata di mano quel che si desidera, la delusione nel constatare di non avere voglia di cose nuove. Altre. Scopro adesso che il romanzo a fumetti che (beh, dopo Sandman e Persepolis, forse) più vorrei possedere, non è in vendita in Italia, né mai lo sarà, dal momento che il suo lavoro non piace alla penisola. E, oltre al danno la beffa, non c'è nemmeno su Amazon UK (una vera risorsa, da quando hanno inventato la Comunità economica europea!) Ieri ho letto Nebbia e Cenere, che forse è un titolo appropriato per questi giorni, salvo la nebbia.
| inviato da il 3/5/2006 alle 20:0 | |
14 aprile 2006
Una musica costante
Attenzione ***spoiler***
Ieri notte sono andata a letto tardissimo perché ho finito di leggere Una Musica Costante (An Equal Music) di Vikram Seth. Oggi la mia testa, dolorante, ne paga le conseguenze. Ma ne è valsa la pena: un romanzo musicale che racconta non solo una storia d'amore, fil rouge di tutta la narrazione, ma soprattutto di perdere, ritrovare e riperdere ancora. Tutto: l'amato, la musica, la famiglia e un violino. Un romanzo che vira all'improvviso dalla monotonia quotidiana, alla passione travolgente, alla dimensione onirica del dolore pronfondo, mai lucido. Fino all'accettazione mite di tutte le perdite.
Mi ha ricordato un testo di Leonard Cohen: Our love is not a victory march, it's cold and it's a broken Hallelujah
| inviato da il 14/4/2006 alle 15:49 | |
30 novembre 2005
X, come Malcolm
Ci sono alcune letture che si apprezza solo dopo le prime pagine, magari addirittura dopo il primo capitolo, anche se poi sono destinate ad accompagnare in qualche modo la tua intera esistenza -per fare un esempio, per me si è trattato di libri come Mrs Dalloway, oppure il Rosso e il Nero.
E poi ci sono libri che ti rapiscono fin dalla prima frase, da cui non puoi staccare il naso, un po' per l'abilità mellifula dell'autore, e un po' per una qualche perversione allettante che si trova nella lettura. La biografia di Malcolm X è uno di questi.
| inviato da il 30/11/2005 alle 14:1 | |
19 ottobre 2005
Volumi e simili
Ho finito di leggere in treno le Favole di Kuzmin, volume leggero che nulla ha a che vedere col Kuzmin sofisticato e trasgressivo di cui parlano tutti e che io non ho mai letto (per pigrizia, non per snobbismo). Consiglio, ma senza entusiasmo. Molto meglio le Leggende di Stefan Zweig, anch'esso edito dallo Studio Tesi.
Ieri mi sono piacevolissimamente (sic) addormentata sulle pagine aperte di Mrs Dalloway, dopo una serata alcolico-gastronomica a casa di una "padrona di casa perfetta" che Mrs Dalloway però non era.
Ho visto L'Esoricsmo di Emily Rose: cagata suprema.
| inviato da il 19/10/2005 alle 19:32 | |
6 settembre 2005
Mi manca Keret
Sto leggendo Mi manca Kissinger di Etgar Keret. Alcune storie sono incredibili, altre non mi dicono niente. Sono arrivata fino alla storia dell'angelo custode, e poi ho perso il libro. damn it. Allora ho iniziato Mrs Dalloway, ma ho subito perso il filo. E' per questo che mi piace Etgar Keret, adoro i racconti brevi, con un inizio o una fine. O anche senza, purché siano brevi. Ho bisogno di capitoli, di pause e di pagine vuote. Mi manca Keret.
| inviato da il 6/9/2005 alle 15:9 | |
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